I comunicatori di tutta Italia potrebbero fare la loro parte proponendo l'abolizione delle facoltà di Scienze della Comunicazione per manifesta inutilità. Ora qualcuno dei quattro lettori di questo blog deve dirmi se qualche volta, dovendo scegliere tra una rosa di candidati, ha considerato la laurea in SdC un titolo preferenziale. Sono certo: mai.
Scienze della Comunicazione è nata per creare nuove cattedre e incarichi a un coacervo di ricercatori, associati e docenti associati (quasi sempre sinistrorsi) i quali a inizio degli anni Novanta hanno visto questa nuova facoltà come una specie di sanatoria dopo anni di frustranti attese e concorsi truccati (ma dopotutto esiste nell'Università italiana un concorso non truccato?). E gli studenti? Semplici strumenti per moltiplicare le cattedre grazie al boom di iscrizioni. E i contenuti? Un coacervo di insegnamenti senza logica: dal marketing delle imprese editoriali alla metodologia della ricerca sociale, dalla semiotica alla storia del fumetto. E agli esami promuovere promuovere promuovere, “così ce li togliamo davanti” (testuali parole di un docente di linguistica a Salerno, il professor Emilio D'Agostino) e poi la facilità del corso di laurea fa aumentare le iscrizioni e il potere dei docenti.
La Ferpi e tutti coloro che vivono quotidianamente le problematiche concrete della comunicazione e del marketing dovrebbero promuovere un dibattito per una vera riforma della formazione nel settore. Nel confronto polemico tra politici, studenti e baroni universitari, i grandi assenti finora sono stati proprio coloro che la comunicazione professionale la conoscono davvero.
4 commenti:
E pensare che quando ero all'università a fare il secondo anno di Scienze Politiche e attivarono il primo corso di laurea in scienze della comunicazione, ci rimasi male per essermelo perso.
Ancora oggi mi asciugo il sudore...
mah... più che cancellare il corso in assoluto, lo cancellerei in alcune università. riformandolo pesantemente dove resta. anche se a dirla tutta, abolirei un sacco di altri corsi e chiuderei anche parecchi atenei.
Ma ho l'impressione che dopo il polverone attuale i baroni si salveranno e l'università continuerà i suoi crimini didattici ed economici. ottenendo meno tagli del preventivato.
ho invece paura per la scuola pubblica elementare. 6 ore in meno sono tante. ne restano ben poche e dentro ci sono lingue straniere (e va bene), informatica (e ok), costituzione italiana (mah?), religione (2 ore che non si toccano con insegnanti senza concorsi se non mi sbaglio)... Se mai avrò un figlio, sarò obbligato a fargli da maestro di italiano, storia, geografia, matematica... altrochè.
Tutti i regimi azzoppano come prima cosa la scuola pubblica. Ho più paura per quella ora. Ho paura per i bambini italiani prima ancora che per i giovani universitari. Non sto dicendo che in Italia c'è un regime, sto solo facendo 1+1. Fa ancora 2 vero?
la Ferpi mi sembra una grande combriccola di truffatori tipo quelli che ogni tanto trovi in metropolitana a Milano che cercano d' ingannarti con il gioco delle tre carte.
Da ex studentessa di scienze della comunicazione ti dico...il mio percorso universitario mi è piaciuto tantissimo, ho avuto la possibilità di studiare materie molto interessanti (antropologia culturale) ed ho avuto modo di accrescere la mia cultura generale...dall'altra parte però proprio come affermi tu, ci sono tanti prof a cui poco importa insegnare tanto meno stabile se sai o non sai...tanti vanno avanti avanti a colpi di 18 solo perchè le facoltà sono super affollate e tutti non ci stanno.
cmq il tuo blog è moltooo bello!! ti andrebbe di fare uno scambio link con il mio? se ti interessa scrivimi pure a questo indirizzo luca.fusco@showfarm.com
a prestooo!!
Posta un commento