Nel 1961 il Presidente del Consiglio dei ministri Amintore Fanfani nominò il 39enne Ettore Bernabei direttore generale della Rai, il quale restò capoazienda per quasi 14 anni, fino al 1974.
Nell'Italia del 2008 la nomina di un 39enne a ruoli rilevanti ci appare impossibile. In effetti se un politico osasse fare una tale scelta verrebbe accusato di incoscienza a dare a un "bambino" tanto potere.
Ma perché e quando in Italia si è radicata una tale gerontocrazia?
Senza poter dare risposte definitive in poche righe di un blog, penso che vi sia un legame stretto tra debolezza della classe dirigente e gerontocrazia. Più una classe dirigente si considera legittimata, forte e ritiene di poter restare al potere sul medio-lungo periodo, tanto più potrà delegare potere alla generazione successiva senza temere di venirne scalzata dall'oggi al domani. Al contrario una classe dirigente cosciente dei propri limiti si circonderà di lacché e incapaci; nominerà in ruoli di responsabilità persone avanti con gli anni, più ricattabili e, per ragioni strettamente anagrafiche, poco aduse a ragionare sul lungo termine. Questo meccanismo garantisce la classe dirigente in sella ma paralizza il Paese, come accade oggi in Italia.
In realtà non sembra che al di sotto dell'attuale classe dirigente italiana non vi sia nessuno pronto e capace a prenderne il potere. I boss italiani sono screditati ma hanno ancora la forza per soffocare sul nascere ogni cambiamento. Questo è il vero dramma italiano. L'unica soluzione sembra essere quella di attendere il naufragio definitivo dell'Italia e di questa classe dirigente per lasciare ai sopravvissuti il compito della ricostruzione. E non è detto che sopravviveranno i migliori.
sabato 9 febbraio 2008
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