Anni fa il libro di Giogio Bocca suscito' indignazione a Napoli: ecco il solito giornalista del Nord che spara giudizi sulla nostra citta', non accorgendosi per mala fede patente delle magnifiche sorti e progressive che il dominus Bassolino aveva realizzato per la citta'. D'altra parte anche la signora Sindaco Iervolino reagi' come suo solito stizzita, prendendo come un'offesa privata legittime critiche alla gestione pubblica.
Ora che la realta' e' sotto il naso di tutti bisognera' riflettere a lungo su una delle piu' clamorose operazioni di comunicazione politica avvenute in Italia: una bolla mediatica ha sostenuto per 15 anni un sistema di potere autoritario il cui lascito piu' grave non e' la monnezza ma la desertificazione della classe dirigente locale.
La rappresentazione della politica come una casta che ne fanno i giornalisti tende a far dimenticare che di quella casta i giornalisti sono in stragrande maggioranza gli aedi e a volte i complici.
Napoli siamo noi. Trovare il capro espiatorio e' una banalizzazione che non esonera i media, i giornalisti e i comunicatori dall-esaminare le proprie responsanilit' di omesso controllo e critica.
Il sottoscritto, capito l'andazzo, preferi' dimettersi piuttosto che continuare a lavorare con la Giunta Iervolino.
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