Ho appena finito di guardare su "Quest means business" in onda sulla CNN un'intervista ad Alain de Botton (una sorta di Alberoni anglosassone, ma ricco di famiglia, chiaro?), che per una settimana ha vissuto dentro l'aeroporto di Heatrow e ne ha ricavato un libretto intitolato "A week in the airport".
Operazione ovviamente promossa dalle direzione comunicazione della BAA, che gestisce i tre aeroporti londinesi e i tre principali in Scozia.
Tanto di cappello per un'idea che nessun comunicatore italiano avrebbe mai potuto avere e se per caso gli fosse venuta di certo sarebbe stata annegata dai timori dei veri decisori: "e se lo scrittore si trovasse nel bel mezzo di una protesta di passeggeri ?", "e se lo scrittore scopre come funzionano male i servizi di terra?", " e se lo scrittore parla con gli equipaggi che spifferano tutte le magagne a bordo degli aerei (indovinate di quale compagnia?)?". Mica si può proprio dargli torto?
Certo, abbiamo la pigrizia mentale dei comunicatori italiani che tante volte denuncio. Ma cosa puoi comunicare, cosa vuoi inventarti quando i servizi di base della tua azienda funzionano male e la comunicazione è chiamata a fare da cerimoniale o da cortina fumogena?
Intervistato da Richard Quest, de Botton ha detto che il solo vedere sui monitor centinaia di destinazioni crea nelle persone un sentimento di possibilità, e questo rende loro piacevole l'aeroporto. Ma l'esatto opposto delle possibilità è la frustrazione, che prende tanti viaggiatori italiani intrappolati per ore negli aeroporti, pregando con gli occhi ai monitor che finalmente appaia l'orario di partenza del loro aereo.
mercoledì 30 settembre 2009
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2 commenti:
Beh io prendo il treno Frecciarossa tutti i giorni Napoli-Roma e ritorno e giuro che un'inchiesta del genere metterebbe non poco in difficoltà FS.
senza andare a scomodare i numeri. Dai 18 miliardi di spesa programmati per terminare l'intero progetto si è passati ai 30 miliardi già spesi, ed il progetto non è ancora terminato.
Come direbbe qualcuno di noto: "Fallimenti di aria, di terra e di mare!"
Ciao Biagio,
come si fà a darti torto, è purtroppo una mentalità generale del nostro Paese dove l'informazione e la comunicazione restano un tantino pilotate.
Giovanni, caro amico, l'AV permettimi di contraddirti, è una struttura aziendale che avrà un domani, addirittura un proprio conto economico, per FS. o per specificare per Trenitalia, l'AV, rappresenta il concentrarsi su una nicchia di mercato dove tutti i clienti, come te, vengono ascoltati e coccolati e non temerà assolutamente, penso, un giudizio negativo per eventuali inchieste sui servizi offerti.
Molte cose cambieranno già da Dicembre, l'azienda stà davvero creando valore, oltre che per i clienti, che in caso di disservizi verranno rimborsati addirittura con bonus che hanno condizioni migliori di quelle imposte dal regolamento Europeo, anche per il Paese.
Per quanto riguarda il progetto infrastrutturale, finanziato dallo Stato, che dire, tutto il paese godrà di una rete ferroviaria all'avanguardia, che potrà e dovrà ospitare anche compagnie di trasporti Europee le quali rilasceranno valore in Italia.
Un ultimo appunto investire in infrastrutture ferroviare per avvantaggiare e incentivare gli spostamenti via terra resta un nobile motivo essendo il treno un mezzo che ha un impatto sull'inquinamento davvero minimo.
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