martedì 27 gennaio 2009
Gaza e Olocausto: dimensioni distanti, riflessioni condivise
"Ogni popolo disprezzato rialza prima o dopo la testa; gli ebrei che hanno affrontato la Shoah e fondato Israele dovrebbero insegnare, per sempre, a non disprezzare nessuno, persona o popolo, perché ogni persona o popolo disprezzato e umiliato dà, prima o dopo, a chiunque una lezione di dignità e di coraggio. Chi è troppo sicuro di vincere sempre, dice il grande scrittore ebreo Manès Sperber, rischia di diventare facilmente un "cocu de la victoire", un cornuto della vittoria."
(...)
"Per quel che concerne Israele, chi considera la sua esistenza come una minaccia alla pace è indubbiamente antisemita e va bollato e combattuto. Altra cosa è il giudizio sulla politica dell' uno o dell' altro governo israeliano; giudizio che può essere contestato, ma che non per questo è lecito considerare espressione di antisemitismo, anche perché Israele, come ogni Stato, non può essere identificato tout-court con la politica dei suoi governi. Per questo pure Pier Vincenzo Mengaldo - il cui volume "La vendetta è il perdono" è una summa di tutta la letteratura sulla Shoah - ha auspicato, come avevo scritto anch' io, di "tener sempre distinta la Shoah dalle questioni che riguardano lo Stato d'Israele".
Claudio Magris, discorso al Quirinale in occasione del Giorno della Memoria, 27 gennaio 2009
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1 commento:
che diamine biagio. Riporti un discorso dove l'ennesima persona cade nell'errore della parola "semitismo"...
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