martedì 16 ottobre 2007

Tutti capitalisti?

Per Enzo Rullani e Aldo Bonomi (vedi scheda: http://www.einaudi.it/einaudi/ita/catalogo/scheda.jsp?isbn=978880616119&ed=87)
i "capitalisti personali" sono "l'asse portante della nuova composizione sociale che sta emergendo nella transizione verso il postfordismo". Ma chi sono questi capitalisti personali? I due autori mettono dentro questa definizione imprenditori, liberi professionisti, lavoratori della conoscenza, addirittura sportivi e artisti. Facile così arrivare a dire che questa categoria-ombrellone più che ombrello, rappresenta il 50% dell'intera forza lavoro nazionale.
Uno dei temi di questo blog, se non il principale, sono i lavoratori della conoscenza, i quali in grandissima parte, nonostante gli auspici di Rullani e Bonomi, non avranno mai il controllo autonomo del loro lavoro, saranno pertanto lavoratori subordinati e comandati, al di là delle definizioni formali dei contratti che firmeranno.
La vera questione, secondo chi scrive, non è diventare tutti capitalisti quanto semmai il dramma di un paese come l'Italia che punta pochissimo sull'economia della conoscenza e dell'intangibile e finisce quindi per deprimere la creatività e frustrare le ambizioni salariali e le aspettative sulla qualità della vita di coloro che vi lavorano.

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