sabato 19 febbraio 2011

Gli imprevisti della "conversazione"

Quant'è bella la conversazione!
Oramai è una delle parole d'ordine di ogni comunicatore moderno, pronto allo scambio di opinioni e ad ascoltare gli altri, aggiornato, sempre attivo sui social media e capace di fare social media marketing grazie alla "conversazione", come ci insegna Paul Gillin. (wow, quanto siamo cool&trendy con i social media!)
Solo che se devi comunicare devi farlo sempre, e devi capire che il wall di facebook serve per parlarsi, non come bacheca elettronica che può andar bene fino a quando non succede l'imprevisto.
Perché succede che la vita di un personaggio pubblico o di un'azienda prenda curve impreviste e allora quella comunità di amici su Facebook o sul tuo blog con cui conversavi, ti confortava, ti spronava, era insomma uno degli indici del tuo successo, ti si rivolta contro.
Pochi minuti fa ho dato una scorsa al profilo Facebook dell'onorevole Luca Bellotti, anch'egli da folgorato sulla via di Arcore dopo essere stato tra i fondatori di FLI, di cui era responsabile degli enti locali, e organizzatore del famoso incontro di Mirabello quando a settembre scorso Fini sembrava scambiato il testo del comizio con Antonio Di Pietro.
Qualche anno fa quando un onorevole cambiava idea o un'azienda faceva un pasticcio con un prodotto ci si ritrovava la casella di posta inondata di lettere di protesta, o al massimo il fax intasato. Solo che quelle proteste rimanevano nei quattro muri dello studio o dell'ufficio.
Oggi lo sconcerto e il livore te lo ritrovi schiaffato sotto la tua foto di Facebook. E magari resta per ore, o giorni fino a quando non eliminerai i commenti negativi, che poi però (con minore intensità col passare dei giorni, ci si augura) riprenderanno.
E allora saresti tentato di "chiudere" il profilo di Facebook. Ma non lo avevi creato proprio per rimanere in contatto con i vecchi e crearti nuovi amici e fan?
Quando prendi delle decisioni controverse o quando ti trovi ad affrontare una "crisis", trascurare un solo forellino della comunicazione porosa in cui viviamo rischia di farti affogare in una ondata di negatività.

1 commento:

Alessia ha detto...

Un altro esempio di come la comunicazione attraverso i social media sia ancora agli albori, nonostante tutti ne parlino (se non hai il profilo nei social network sei out - e se non sei posizionato nella prima pagina di Google, possibilmente nei primi 5 risultati, "non esisti"). In Italia soprattutto, il fenomeno è esploso come sempre in ritardo e tutti si buttati nel vuoto verso l'isola sconosciuta dei social navigando su internet...solamente guardando a due aspetti: "bisogna esserci" ed "è a costo zero". In realtà entrambi questi punti derivano da una visione errata del mondo social. Ora più che mai, con l'evoluzione dei tool, delle application, dei blog, etc., bisogna iniziare a fare una vera e propria selezione. Bisogna essere presenti dove e quando è necessario, prestando molta attenzione a come si opera. Consentire i commenti su youtube, aggiornare i propri contenuti, twittare tutto il giorno, insomma vivere due vite parallele, una reale e una virtuale (anche se questo concetto, applicato a Second Life, non ha ottenuto lo stesso successo). Ecco quindi il secondo punto, non si può dire che investire nei social sia a costo zero, il tempo che richiede una comunicazione efficace è ben più alta rispetto a quello che può essere dedicato per una comunicazione efficace offline (con questo intendo dire che offline non si tratta di esserci 24 ore su 24 per 7 giorni su 7). Insomma, prima di avventurarsi nello sconosciuto e immenso universo dei social, bisognerebbe avere ben chiare non solo le possibili conseguenze, ma soprattutto il modus operandi, le risorse e il tempo necessario per portare avanti una comunicazione efficace, che abbia un senso, ma soprattutto che sia INTERESSANTE e INTERATTIVA (la parte, come evidenziato nel post, in assoluto più difficile) per i propri contatti/utenti/clienti/prospect/etc! Non dimentichiamo che si tratta pur sempre di internet...il nostro "target" sarà solo una minima parte di chi vedrà i nostri profili (se non ben posizionati con un'ottima attività seo)! Insomma, meglio riflettere prima e "non esserci", piuttosto che esserci, trovarsi in una situazione di rischio e "tentare di sparire"...difficilmente si può sfuggire alla tracciabilità dei motori di ricerca (se non, mi ripeto, con un'ottima attività seo) anche dopo molto tempo...