Il 64 % dei bloggers americani dichiara di farlo per divertimento contro appena il 21% di chi cerca una remunerazione. Il 74% cerca nella scrittura del blog una soddisfazione personale e tre quarti di tutti i blogger prima di qualsiasi considerazione economica vogliono semplicemente entrare in relazione con persone che hanno le stesse idee attraverso l'espressione delle proprie. Sempre il 74% cerca reciprocità, sviluppando contatti e lasciando commenti su altri blog.
Vedo svilupparsi online un'economia del dono, elaborata da coloro che cercano sì l'attenzione del lettore ma innanzitutto cercano un arricchimento interiore fatto di ricerca, di conoscenza, di nuove relazioni, di dialogo.
Si tratta di qualcosa che non era mai capitata su tale scala nella storia dell'umanità e soprattutto mai tra persone sconosciute, che non appartengono alla stessa tribù o nazione.
Questo fenomeno, che può sembrare marginale a quelli che vedono l'economia solo come la somma delle transazioni economiche, ha già creato in pochi anni la più grande massa di contenuti gratuiti mai esistita (i blog, appunto, ma anche i video, le immagini, e così via) e la più grande enciclopedia del genere umano (Wikipedia), semplicemente impensabile senza la gratuità del web.
Questa economia del dono produce ricchezza, una ricchezza fatta di conoscenza e di relazioni che tra qualche anno verrà conteggiata nel Prodotto Interno Lordo delle nazioni più evolute, sulla quale verranno sempre più basate le qualità delle persone.
Si è creduto che la “new” economy fosse sostanzialmente una economia resa velocissima dall'information & comunication technology: illusione svanita rovinosamente e con l'impoverimento di tanti.
La nuova economia sarà (forse) una economia che già è qui e altrove e soprattutto sul web, una economia che oltrepasserà la miseria della monetizzazione per inoltrarsi verso doni senza tornaconti, relazioni senza secondi fini, dialoghi senza infingimenti.
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