sabato 30 ottobre 2010

La crudeltà salvifica della tv



Che senso ha il concetto di "privacy" in tanti piccoli paesi del Sud, dove si vive sotto un controllo sociale diffuso e permanente? Dove questo controllo per lo più spinge al conformismo e al rispetto dei rapporti di forza consolidati, a sottomissioni ataviche e dunque all'accettazione di soprusi e finanche di delitti pur di evitare scandali e vergogne?
Tante polemiche da salotto colto e, appunto, privato, hanno accompagnato la presenza in televisione della mamma di Sarah Scazzi. Ma questa donna, come la mamma della potentina Elisa Claps, ha trovato solo la televisione ad ascoltare il suo rifiuto a rassegnarsi e dimenticare. Di fronte alla prospettiva di passare una vita senza un perché tra i pettegolezzi ottusi e fors'anche irridenti del paese, queste donne hanno preferito la morbosità dell'indistinto pubblico televisivo che comunque garantiva attenzione alla loro sofferenza.
La privacy non è un concetto ben definito per un popolo abituato fino a qualche decennio fa a vivere in maniera promiscua in pochi metri quadrati. Applicarlo a classi sociali che non ne hanno esperienza è un esercizio astratto e classista. La televisione si è invece rivelata un media di popolo, l'extrema ratio di chi sa di poter solo esporre il proprio dolore per trovare almeno un senso ad esso.
Gli eccessi, la spettacolarizzazione, la crudeltà del dolore mostrato in diretta tv erano dazi in qualche modo messi in conto. Ma quante volte prevale invece nei piccoli centri la crudeltà del silenzio, impunità dei forti?

4 commenti:

Elisa ha detto...

Anche tu con la retorica dei "paesini del Sud"? Perché, al Nord, invece, certe cose non succedono, vero? Ma per piacere...

Biagio Carrano ha detto...

Cara Elisa, io conosco, avendoci vissuto, i paesini del Sud e riflettevo su un dramma avvenuto in un paesino del Sud. Eviterei la retorica del "succede così anche al Nord", un alibi alquanto sdrucito per evitare di riflettere, noi del Sud, su certe dimensioni relazionali che sono indubbiamente più forti in certe aree del paese rispetto ad altre. Se fossi originario del Nord rifletterei su altre dinamiche (per esempio lo smembramento della famiglia) che vedo più
tipiche di quelle zone.

Anonimo ha detto...

Alla luce dell'evoluzione del caso Scazzi, mi sembra chiaro che la televisione conferma invece il suo ruolo, come è noto, di potente detonatore e amplificatore dei meccanismi narcisistico-esibitivi di un altrettanto conosciuto disturbo della personalità.

Giulia ha detto...

Perché, si sa, il voyerismo va di pari passo con l'esibizionismo.
E anche gli ultimi casi di "ricerca dell'assassino in tv" sembrano dimostrarlo
(Il caso della mamma di E.Claps è invece chiaramente molto diverso giustificato)