venerdì 5 aprile 2013

Minisaggio a puntate. Grillo e la crisi italiana. Parte 2: rete, gerarchia, organizzazione






Molto si è polemizzato sull’utilizzo tradizionale e broadcast che Grillo e Casaleggio farebbero del blog. Ragionamento opinabile, se non distorto dalla malafede. Il titolare del blog non risponde ai commenti promossi dai suoi post, indi non crea la conversazione, non si apre “alla diversità e al confronto”, quindi è ununiverso chiuso, autoreferenziale, “centripeto e partigiano”. Ovvio quindi il sillogismo: il MoVimento 5 Stelle non dà spazio alle critiche, è autoritario, in definitiva è antidemocratico. Fine della storia: incaselliamo Grillo con Orban e Marine Le Pen (che rimastica il timore antieuropeo nell’interpretazione di Hollande ai fini di polemica interna e lancia inviti che cadono nel vuoto della sua incomprensione del fenomeno 5 Stelle) e non se ne parli più.
Forse però le cose non sono così semplici. Il blog di Grillo è una piattaforma sociale che ha connesso finora centinaia di migliaia di vite. Un luogo virtuale dove si scatenano di continuo decine di discussioni molto concrete che vanno, per toni e concetti, dal raffinato al greve. I commenti possono essere votati e acquisire maggiore visibilità. Queste discussioni e i relativi commenti finiscono per “esondare” su altre piattafome sociali come Facebook e Twitter, suscitando interesse e polemiche, consenso e insofferenze. Tutti questi moti browniani di pensiero scatenati dal blog hanno il carattere tipicamente anomico e acefalo di una rete senza snodi. Producono consenso o polemica ma senza un ordine, una gerarchia di impatto o una prevedbilità dimostrabile, come quella che appunto della diffusione di un virus. Questo movimento acefalo si è verificato anche nelle rivolte arabe, quando hanno si sono creati sul web infiniti focolai reali o virtuali di protesta contro i regimi, facendo emergere come sentire comune pensieri e idee fino a poco prima censurate dai media tradizionali, controllati dai vari rais. Ma le rivolte libertarie non sono diventate rivoluzioni libertarie  proprio perché la natura acefala di internet non ha fatto emergere leader capaci di introdurre i principi di internet negli assetti giuridici che regolavano questi stati. Inevitabile è stata dunque la presa del potere da parte degli islamisti che avevano invece una struttura, rigorosamente gerarchica, capace di inserirsi nel vuoto di potere e legittimazione creato dalla rivolta diffusa da internet.
La contraddizione organizzativa del M5S sta propria nella gestione di una piattaforma sociale libertaria tuttavia controllata dai due fondatori Grillo e Casaleggio (il quale ha paragonato il controllo sui media italiani di massa di Berlusconi a Matrix).  La gerarchia non sta nella piattaforma sociale, ma sta dietro o sopra di essa, in chi la rende possibile. L’ipocrisia o l’ingenuità di chi accusa i due di non essere democratici sta proprio nel non rendersi conto che ogni rete, ovvero ogni sistema non gerarchico, ha almeno un livello di gerarchia in chi rende la stessa rete possibile. Mentre dentro la rete le gerarchie non esistono e possono verificarsi semmai degli snodi temporanei di consenso, il potere gerarchico di chi fa sussistere la rete è assoluto. È la gerarchia semi totale sul web che ha Google, è quella totale che hanno sulle loro piattaforme i dirigenti di Facebook e Twitter, è la gerarchia fondante dell’energia elettrica sull’internet stesso.
Penso che Casaleggio sia in grosse ambasce per questo, e non per qualche transfuga messo in conto già durante i comizi in campagna elettorale. Come gestire la rete che è stata creata senza produrre dei meccanismi di controllo gerarchico interni ad essa? Come evitare che la produzione e la diffusione virale di certi memi  non abbia effetti devastanti sui principi stessi del Movimento? Banalmente: come controllare i commenti e i dibattiti cercando un equilibrio tra rispetto dei principi di base (tra cui la libertà di opinione) e tutela degli indirizzi programmatici? Come promuovere l’intelligenza collettiva evitando che essa diventi coglionaggine di massa?  Per restare al tema di questi giorni: come essere capaci di pensare “out of the box” per la Presidenza della Repubblica senza finire per fare proposte di "outsider" fuori dai giochi che condannerebbero il M5S all’irrilevanza?
La rete per sua natura non si autoregola. Questa idea della rete come un territorio per sua natura libero da condizionamenti fa (quasi) il paio con l’esaltazione acritica del libero mercato che si autoregola fatta dagli iperliberisti. Se la rete non si autoregola per evitare il caos o l’insensatezza che ne deriva bisogna perciò accettare delle gerarchie che vengono applicate ad essa o a porzioni di essa, che possono chiamarsi Google, Facebook, Reddit (folksonomies), o Casaleggio e Grillo.
Se si comprende l’idea estrema di Casaleggio di superamento di tutte le forme di intermediazione all’interno della rete, allora diventano comprensibili e giustificate le espulsioni di chi intendeva creare delle strutture territoriali intermedie o di chi voleva utilizzare i media tradizionali per crearsi un ruolo che oltrepassasse quello del proprio ambito territoriale.
Fino a che punto, pur di far funzionare e rendere pregnante la rete che ha promosso, devi tradire o mettere tra parentesi i principi che propugni? Non sono giorni facili per Grillo e Casaleggio, e non per le gaffes di un Crimi qualsiasi.

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