Quando si critica
gli esperti bisogna sempre essere cauti. Soprattutto quando l’esperto in
questione è stato insignito della laurea honoris causa in Scienze e tecnologie
della comunicazione dalla facoltà di Scienze della comunicazione e dello
spettacolo dell’Università IULM di Milano.
E dunque proprio
di tecnologie della comunicazione si parla. Bisogna innanzittutto premettere
che, vittima della sindrome del tempo che passa, il sessantaquattrenne quadripresidente
della Regione Lombardia da tempo ha deciso di ringiovanire la sua immagine.
Quindi ha preso a fare lo sbarazzino, di presentarsi al seggio elettorale con
indosso una maglietta con Paperino sotto il giubbotto in pelle, di andare da
Santoro con una camicia da figlio dei fiori che negli anni Settanta mai avrebbe
indossato, di farsi immortalare alla
firma l’atto costitutivo della società che gestirà l’Expo 2015 con maglietta
fucsia con drago stampato, giacca di velluttone blu psichedelico, orologio
arancione in pendant con il fazzoletto al taschino da far orrore al più truzzo
del truzzame che il sabato poeriggio dilaga in via Torino.
Tramortiti i suoi
critici con questo fantasmagorico look, il supergiovane Formigoni (non se ne
voglia Elio per la citazione) ha dunque deciso di sfondare anche sui media
sociali. E allora vai con facebook, twitter, flickR e YouTube, senza
dimenticarsi delle suonerie registrate dal medesimo sotto la doccia. Per lanciare
il suo “portale dinamico” è stato realizzato un video in cui il
capolistino della Minetti si esibisce in
una serie di pantomime con le quali ci illumina sui media sociali. Il video mostra
il Formiga-Fonzie che alza i pollici, il Formiga-dj che zompetta con l’agilità
di un bradipo, il Formiga-lettore che legge un quotidiano fasullo. Questo
capolavoro filmico vorrebbe essere rivolto a quegli smanettoni di giovanotti un
po’ picchiatelli che frequentano i media sociali, e vorrebbe essere ammiccante,
simpatico, irriverente, dinamico, appunto, anche se nel tentativo di tenere le “spalle
alte” (come consiglia il regista nel backstage) Formigoni entra in scena ogni
volta con la rigidità di uno che ha urgente bisogno di un bagno.
Ora, premesso che
dubito non più della competenza ma della sua sanità mentale se qualche
sedicente esperto di comunicazione presume che uno dovrebbe sorbirsi oltre 5
minuti di video senza capo né coda per
sapere che Formigoni comunica su twitter o su facebook, questa storia mi fa
capire che la classe dirigente della più importante regione d’Italia e della
capitale della comunicazione nel paese non capisce un tubo di comunicazione
digitale. C’è tanto da ridere ma ancor più da riflettere. Rimando all’articolo
di Bertram Niessen su DoppioZero per una serie di considerazioni sulla struttura narrativa e le reazioni a
questo video. Da parte mia evidenzio
come l’errore più grave che può commettere un politico
o un’azienda è pensare che i media sociali siano cose da ragazzini e non i più
efficaci strumenti di comunicazione e informazione a disposizione dello strato
più evoluto e colto della società.
Strategia vecchia: sminuire, distorcere, denigrare quel che
non si riesce a capire ed è quello che (consciamente o no) ha fatto Formigoni; svelando
la sua idea riduttiva e banalizzata dei media sociali si è autodenigrato. Vuole
proporsi come ipergiovane, il Formiga, ma si è rivelato arcaico e reazionario.
Guardatevi anche
il backstage del video, dove col sottofondo della voce di Barry White si sente
la voce di un regista che mi ricorda quello, impersonato da Walter Chiari, chenel film Gli Onorevoli (1963) riesce a distruggere la credibilità del candidato missino
durante una trasmissione televisiva. Almeno
nel film il regista, comunista e gay, lo faceva apposta.
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