sabato 11 aprile 2009

Blitz Quotidiano: dove sono i contenuti?

Parlando di Blitz Quotidiano Marco Benedetto ha dichiarato in un’intervista a Il Sole 24 ORE che è partito con un investimento di soli 100.000 euro. Le testate associate all’Anso farebbero già i salti di gioia se ottenessero un investimento pubblicitario pari ad appena un decimo. L’impostazione grafica di Blitz Quotidiano è disorientante, di certo per scelta. Caratteri in capitale latina si alternano a caratteri bastoni, box in rosso, sovratitoli in blu, altri box in nero, pubblicità in campo giallo, niente foto. Il tutto ricorda l’ipertrofia grafica che certi tabloid inglesi attuano per coprire spesso la scarsa qualità delle notizie. Sono lontani i format grafici di The Huffington Post, The Drudge Report, e Dagospia, che aprono sempre con una foto, il link all’articolo appena sotto di essa e di seguito le altre news a ritroso.

Gli articoli di Blitz Quotidiano non contengono anticipazioni o scoop. I commenti non sono così pregnanti. A volte manca semplicemente uno stile (redazione giovane o di praticanti?)

Non si riesce a capire il perché di questa operazione mentre si intuisce bene cosa non va. Benedetto, è l’ex amministratore delegato del Gruppo L’Espresso, che, a parte alcuni flop come Kataweb, sfoggia i successi di Repubblica.it. Quindi escludiamo l’inesperienza. Si tratta invece di quello che oggi è strategico, tanto nel mondo digitale che in quello reale: i contenuti. Blitz Quotidiano non ha né le firme, l’archivio e l’informazione di Repubblica.it, né le indiscrezioni, la qualità di scrittura e le foto di Umberto Pizzi che ha Dagospia, né la completezza asettica di un news aggregator come GoogleNews.

Personalmente avrei investito 100.000 euro per rilevare e rafforzare alcuni dei primi siti di news locali in Italia, i quali, come nel caso di Varesenews o Positanonews, arrivano rispettivamente a 5 e 3 milioni di pagine visualizzate al mese. In prospettiva, si sarebbe potuto (si potrebbe) creare qualcosa di simile, in versione web, alla catena Finegil che Benedetto ha contribuito a costruire negli ultimi due decenni.

Blitz Quotidiano insomma è un sito web senza contenuti specifici e originali, proprio quelli che invece decretano il successo o meno di un sito web di informazione.

Questa riflessione ci porta a indicare i modelli informativi che nel web 2.0 si stanno dimostrando vincenti. Elenchiamo in rapida successione questi contenuti: 1. locali; 2. specializzati; 3. scoop e indiscrezioni; 4. commenti e orientamenti di alta qualità.

I contenuti locali costruiscono un legame con un territorio basato su tre tipi di fruitori: gli abitanti del posto, i turisti e gli amanti di quei paesi, gli emigrati.

I contenuti specialistici diventano strumenti di lavoro e sono quelli che più facilmente vengono venduti online in abbonamento.

I contenuti di scoop e indiscrezioni offrono una vasta platea agli inserzionisti e diventano estremamente sensibili in un’epoca di osmosi sociale e informativa tra mondo colto e leggero, potentati finanziari e intrattenimento.

I siti di commenti di alta qualità orientano l’opinione pubblica su internet e quindi quella mondiale, sostituendosi ai quotidiani tradizionali su una scala più vasta e con dinamiche interattive globali tipiche del web 2.0.

Se sei fuori da queste quattro categorie il tuo sito di informazione web non ha speranza. Non ritrovo Blitz Quotidiano in nessuna di queste categorie.

6 commenti:

RBA ha detto...

Concordo sul destino di Blitz Quotidiano: se ho bisogno di un generalista on line vado su Corriere.it o Repubblica.it. Se ho bisogno di notizie di Ravenna, vado su Ravennanotizie.it. Se voglio conoscere le trame dei film e magari conoscere dove li proiettano, vado su uno specializzato come cinematografo.it.

La tipologia proposta per contenuti 2.0 di successo (1. locali; 2. specializzati; 3. scoop e indiscrezioni; 4. commenti e orientamenti di alta qualità) non mi sembra in effetti tanto diversa dalla situazione dell'editoria cartacea:
1. i giornali più letti in Italia sono, complessivamente, i locali
2. i periodici specializzati non hanno grosse crisi perché veicolano infomazioni strumentali per i professionisti
3. il gossip, anche di alto livello, tira sempre
4. la stampa di opinione (il Riformista, Libero, l'Avvenire) resiste

Quindi non credo che il tipo di informazione di successo sia differente. Ma l'informazione di successo deve adattarsi alle caratteristiche del web 2.0. Un fondo di 4.000 battute a firma di Scalfari difficilmente può trovare sul web lo stesso successo che avrebbe se fosse un pezzo di 1.000 battute con possibilità di postare commenti e innescare un dialogo con e tra i lettori sui temi toccati.

Anonimo ha detto...

Questi commenti lasciano il tempo che trovano. Mi sembrano tanto del tipo vorrei ma non posso. Se uno vuole investire 100000 € su una cosa sua, nessuno si deve permettere di sindacare. Poi io scrivo x blitz settore energia ed ambiente e vi assicuro che non faccio del blog come mestiere. Non avrei tempo.! Io lavoro veramente bel settore e certi commenti e riflessioni sono dell ultima ora. certe anticipazioni e indiscrezioni ci sono eccome, certo non su cose frivole. Si pensi ai primi articoli usciti sul caso protezione civile SPA.

Anonimo ha detto...

Questi commenti lasciano il tempo che trovano. Mi sembrano tanto del tipo vorrei ma non posso. Se uno vuole investire 100000 € su una cosa sua, nessuno si deve permettere di sindacare. Poi io scrivo x blitz settore energia ed ambiente e vi assicuro che non faccio del blog come mestiere. Non avrei tempo.! Io lavoro veramente bel settore e certi commenti e riflessioni sono dell ultima ora. certe anticipazioni e indiscrezioni ci sono eccome, certo non su cose frivole. Si pensi ai primi articoli usciti sul caso protezione civile SPA.

Anonimo ha detto...

keep posting like this it’s really very good idea, you are awesome!

paxil

Anonimo ha detto...

Mi inbatto per caso in questo portale, scopro che, per quanto mi riguarda, i contenuti sono fatti da immagini non retribuite ai rispettivi titolari fotogiornalisti, e da ciò formulo l'ipotesi che questo genere di informatori web altro non sono fatti che per raccogliere pubblicità senza spendere nemmeno un soldo per le collaborazioni. Mi spiego meglio, nel mio caso sono state riprese delle immagini date ad una importante testata nazionale da me eseguite a venezia e l'unica cosa che è stata fatta è firmare le foto, pensando che questo basti per poterle utilizzare gratuitamente. Credo che si debba intervenire presso l'ordine dei giornalisti per porre fine a questo sfruttamento vergognoso del lavoro altrui.grazie

Anonimo ha detto...

Sapete per ché angelina d alessandro ha lasciato roma e il suo datore di lavoro marco benedetto ?si è sposata con.un miliardario di nome dion friendland di74 anni e ha preso per culo a tutti diceva che il sig.marco benedetto non gli lasciava eredità e stava finendo in fallimento questo era tutto il suo bene x il sig benedetto non merita manco che ci sia ora la madre a gestire il B&B di via tacito ,sono fue false e bugiarde che sanno solo sfruttare i ricchi