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Operazione ovviamente promossa dalle direzione comunicazione della BAA, che gestisce i tre aeroporti londinesi e i tre principali in Scozia.
Tanto di cappello per un'idea che nessun comunicatore italiano avrebbe mai potuto avere e se per caso gli fosse venuta di certo sarebbe stata annegata dai timori dei veri decisori: "e se lo scrittore si trovasse nel bel mezzo di una protesta di passeggeri ?", "e se lo scrittore scopre come funzionano male i servizi di terra?", " e se lo scrittore parla con gli equipaggi che spifferano tutte le magagne a bordo degli aerei (indovinate di quale compagnia?)?". Mica si può proprio dargli torto?
Certo, abbiamo la pigrizia mentale dei comunicatori italiani che tante volte denuncio. Ma cosa puoi comunicare, cosa vuoi inventarti quando i servizi di base della tua azienda funzionano male e la comunicazione è chiamata a fare da cerimoniale o da cortina fumogena?
Intervistato da Richard Quest, de Botton ha detto che il solo vedere sui monitor centinaia di destinazioni crea nelle persone un sentimento di possibilità, e questo rende loro piacevole l'aeroporto. Ma l'esatto opposto delle possibilità è la frustrazione, che prende tanti viaggiatori italiani intrappolati per ore negli aeroporti, pregando con gli occhi ai monitor che finalmente appaia l'orario di partenza del loro aereo.